Giovanni Pascoli: la poetica

Pubblicato da: Daniela il 20/06/2016

La poetica di Pascoli è rappresentativa del decadentismo per elementi tipici quali la fuga dalla realtà e la ricerca poetica intesa come strumento di conoscenza privilegiato. Egli è un autore “autenticamente decadente”, non è ispirato da modelli esterni, bensì vive in maniera del tutto personale e innata tale sensibilità.

Nella prosa Il Fanciullino (1897) viene espressa con grande chiarezza la concezione poetica di Pascoli:

•Il sentimento poetico: in tutti gli individui è presente un fanciullo musico, il sentimento poetico. Egli fa sentire maggiormente la sua voce nell’età infantile, mentre si attenua nell’età adulta. Il poeta è colui che riesce a mantenere viva dentro di sé la voce del fanciullino.

•Il modo di fare poesia: il fanciullino vede tutto con meraviglia, come fosse la prima volta; scopre la poesia nelle cose stesse. Ne deriva una poesia di piccole cose e scenari quotidiani (però fortemente simbolici) fatti vivere e vibrare attraverso un’osservazione stupita e commossa.

•Le caratteristiche della poesia: il fanciullino è <<quello che alla luce sogna o sembra sognare ricordando cose non vedute mai>> e che <<piange e ride senza perché, di cose che sfuggono ai nostri sensi e alla nostra ragione>>. Ne consegue una concezione di poesia che sfugge al piano reale-razionale, ma che ha invece carattere intuitivo, e il processo espressivo per esprimere questo carattere è l’analogia, l’accostamento di immagini apparentemente distanti tra loro, ma che in realtà hanno qualche relazione di somiglianza o affinità.

•La funzione della poesia: essa ha una “suprema utilità morale e sociale”, risveglia il sentimento poetico degli individui avvicinandoli in un sentimento di amore reciproco. Essa è anche “consolatoria”, rende l’esistenza meno sgradevole e rende gli individui paghi della loro realtà.

I simboli e i temi ricorrenti della poesia di Pascoli sono il nido, la casa, la culla, la siepe, la nebbia, che riportano a un mondo chiuso, ricco di affetti tranquilli, una fuga nell’infanzia e una regressione al mondo infantile.

Altri due aspetti che tornano con ossessiva frequenza nelle opere di Pascoli sono l’Eros e l’angoscia di morte che rivelano l’aspetto morboso e tormentato della sua produzione. Il tentativo di allontanare dalla coscienza questi temi (due emozioni violente e dirompenti, potenziali elementi di disgregazione sociale) riflette la matrice positivista e borghese da cui ha origine l’ideologia di Pascoli.

La poesia di Pascoli propone nuove forme e strutture, che assolveranno un’importante funzione di rinnovamento e “svecchiamento” della poesia del Novecento.

Piano lessicale: un linguaggio nuovo dove vengono mescolati termini precisi, a volte tecnici per descrivere la natura e il lavoro nei campi, a parole umili, quotidiane e a volte addirittura dialettali, sempre tenute ai margini della tradizione letteraria.

Collegata alla scelta lessicale è la ricerca dell’effetto fonico delle parole, con l’intento di avvicinare la poesia alla musica, dando alla parola un particolare potere evocativo. 

•Allitterazione: il ripetersi di suoni analoghi all’interno del verso (le tremule foglie dei pioppi / trascorre una gioia leggera); 

•Onomatopea: che riproduce nel testo rumori e voci degli animali; 

•L’uso della rima interna: per accentuare l’armonia interna e prolungare l’effetto sonoro dei termini usati (e cadenzato dalla gora viene / lo sciabordare delle lavandare).

Fondamentale è l’uso della analogia e della sinestesia, per la quale, oltre all’accostamento analogico di immagini diverse, troviamo anche lo scambio tra sensazioni del piano visivo e sensazioni appartenenti al campo olfattivo (odore di fragole rosse) o tra piano uditivo e piano visivo (voci di tenebra azzurra).

Piano sintattico: quasi totale assenza di subordinazione e predilezione quindi della paratassi, che permette di accostare le immagini le une alle altre, rafforzandone il potere evocativo, e la presenza frequente di frasi senza verbo.

Piano metrico-sintattico: il verso segue un ritmo particolarissimo ottenuto mediante l’uso di pause e di numerosi segni di punteggiatura che spezzano il testo e amplificano la risonanza delle immagine; assenza di nessi e strutture logiche.