Il neorealismo

Pubblicato da: Daniela il 20/06/2016

Il Neorealismo è una corrente letteraria, i cui antecedenti possono rintracciarsi intorno al 1930, che esprime, valendosi di una drammatica rappresentazione analitica dell'esistenza umana, l'insofferenza per la vacuità della convenzioni borghesi e la noia per una vita priva di senso.

In particolare il neorealismo letterario successivo agli anni '40 in Italia rappresentò il libero incontro di alcune individualità ben distinte all'interno di un clima storico comune, dotato di una carica di entusiasmo e di sollecitazione fantastica. Infatti ‹‹[...] il neorealismo non fu una scuola. [...]. Fu un insieme di voci, in gran parte periferiche, una molteplice scoperta delle diverse Italie, anche - o specialmente - delle Italie fino allora più inedite per la letteratura››.

Il Neorealismo sorse quindi come conseguenza della crisi tra il 1940 e il 1945 che, con la seconda guerra mondiale e la lotta antifascista, il dopoguerra, sconvolse fino alle radici e cambiò il volto all'intera società italiana. Il neorealismo si nutrì, quindi, di un modo di guardare il mondo, di una morale e di un'ideologia nuove che erano proprie dell'antifascismo.

In particolare i temi principali di questa nuova letteratura sono:

•La guerra partigiana (Italo Calvino, Beppe Fenoglio, Vasco Pratolini, Carlo Cassola);

•Lo sbandamento che gli intellettuali vissero durante la guerra e nell'immediato dopoguerra (Cesare Pavese e Alberto Moravia);

•La testimonianza dei campi di sterminio (Primo Levi);

•L'accentuazione della storica frattura del Sud dal Nord d'Italia (Ignazio Silone).

Nell'immediato secondo dopoguerra, si fa vivissimo negli intellettuali il bisogno di un impegno concreto nella realtà politica e sociale del paese. L'antifascismo e la successiva adesione ai moti di rivolta popolare determinano in molti scrittori l'esigenza di considerare la letteratura come una manifestazione e uno strumento del proprio impegno. Durante questa temperie politico-culturale tra gli intellettuali si apre difatti un dibattito riguardante la loro funzione. La parola d'ordine diventa il sartriano engagement (impegno).

Questo diffuso bisogno di impegno concreto nel reale dà origine a romanzi ispirati alla Resistenza e a importanti dibattiti che hanno per tema il ruolo e i doveri degli intellettuali nella società, il loro passato rapporto col fascismo e quello attuale col Partito Comunista Italiano. I temi affrontati riguardano la lotta armata, le esperienze di prigionia e deportazione. Inizialmente gli scrittori neorealisti scelgono dei modelli da seguire. Come scrive Calvino nella nota Prefazione alla terza edizione de Il sentiero dei nidi di ragno (1964): «Ci eravamo fatta una linea, ossia una specie di triangolo: I Malavoglia, Conversazione in Sicilia, Paesi tuoi, da cui partire, ognuno sulla base del proprio lessico locale e del proprio paesaggio.»

La narrazione realistica prosegue per tutto il Novecento, ma spesso cambia di prospettiva. Se nel secolo precedente i personaggi concorrevano alla rappresentazione di un dato ambiente, ora l'attenzione è più concentrata sulle contraddizioni interne del personaggio, inquieto per i grandi dubbi esistenziali, sconvolto per il devastante impatto di grandi tragedie storiche: è il caso di tanti protagonisti di Pavese e di altri autori che esprimono la stessa interiorità del romanziere:

« [...] mai fu tanto chiaro che le storie che si raccontavano erano materiale grezzo: la carica esplosiva di libertà che animava il giovane scrittore non era tanto nella sua volontà di documentare o informare, quanto in quella di esprimere. Esprimere che cosa? Noi stessi, il sapore aspro della vita che avevamo appreso allora, tante cose che si credeva di sapere o di essere, e forse veramente in quel momento sapevamo ed eravamo.»

Nel Novecento si afferma inoltre il filone della memorialistica, le cui opere, a essere precisi, non possono essere considerate dei veri e propri romanzi; infatti in esse non ci sono invenzioni narrative, ma solo testimonianze di fatti ed eventi realmente accaduti e vissuti in prima persona dai protagonisti: è il caso delle opere di Primo Levi Se questo è un uomo e La tregua.

Il romanzo realista, ormai con il nome di romanzo neorealista, presenta dunque un panorama quanto mai vario e quindi anche tecniche diverse rispetto alla tipologia del personaggio che narra i fatti che nel caso dei romanzieri veristi italiani tende ad assumere un punto di vista corale.