Giuseppe Ungaretti: la poetica

Pubblicato da: Daniela il 20/06/2016

La dimensione contemporaneamente autobiografica e universale è uno degli elementi fondamentali della produzione e della poetica di Ungaretti. 

Vita d’un uomo (progetto 1942): il poeta riorganizza in una struttura organica il corpus della sua produzione e di cui dice: “è un diario e ha il carattere di diario anche dove l’animo trabocca e sembra oltrepassarmi”. 

Il titolo scelto evidenzia la volontà di cantare la vita di un individuo in particolare che però è anche un uomo fra tanti.

La poesia è per Ungaretti un “dono”, folgorante ispirazione che improvvisamente accende il poeta, che assume il ruolo di “veggente”, e gli fa trovare la parola capace di esprimere la verità profonda della realtà, e contemporaneamente “ricerca”, studio della tradizione letteraria precedente, riflessione critica. 

“I modi della poesia sono dunque infiniti, sono tanti quanti sono i poeti del passato, d’oggi e del futuro”.

La poesia di Ungaretti vuole, inoltre, essere poesia della memoria. E’ memoria nel senso che la parola attraversa i secoli e si carica di sentimenti e vite diverse, i quali, grazie a essa, continuano ad esistere, anche dopo la scomparsa degli uomini che l’hanno pronunciata.

La poesia, attraverso la memoria, restituisce il linguaggio alla sua purezza originaria. Questo avviene attraverso una parola poetica recuperata nei suoi aspetti di verginità e novità, caratteristiche che aveva quando fu usata la prima volta dall’uomo per nominare le cose. E’ una parola che non si limita a descrivere, ma evoca, crea la realtà.

Il poeta è impegnato nella ricerca di una verità universale che scaturisce dalla verità individuale di un uomo.

E’ una verità sfuggente, che si può fermare solo in quei brevi attimi di illuminazione improvvisa del poeta.

Il poeta quindi assume un ruolo quasi magico, veggente, con la sua capacità di vedere l’invisibile nel visibile, portare cioè alla luce la verità nascosta sotto le apparenze banali e comuni delle cose.