Giovanni Pascoli: le opere
Myricae (1891 – prima edizione; 1903 – edizione definitiva)
Il nome della raccolta deriva dalle tamerici, una pianta arbusto umile.
Dedicata al padre. I temi dominanti: campagna, memorie familiari, morte.
Stilisticamente: predominio della paratassi e abolizione dei nessi logici.
La novità di questa raccolta è lo spostamento d’attenzione sulle cose semplici, a differenza di ciò che fino ad allora era stato oggetto di rappresentazione poetica.
Sul livello formale vengono meno i legami logici tra le varie strofe.
•Lavandare
•Il lampo
•Temporale
Il Fanciullino (1897)
Manifesto poetico di Pascoli (vedi poetica).
Poemetti (1897)
Raccolta dedicata alla sorella Maria; tema prevalente: la memoria; andamento narrativo.
Canti di Castelvecchio (1903)
Dedicati alla madre; riprende e approfondisce i temi e le soluzioni stilistiche di Myricae.
Poemi conviviali (1904)
Le opere della raccolta non trattano più di temi personali, ma vengono rievocati episodi e personaggi mitologici e dell’antichità.
Alexandros: Alessandro Magno, giunto alla sua ultima conquista, ai confini della terra, ne piange l'angustia, e rimpiange il sogno che ne ampliava infinitamente la grandezza. Creatura insoddisfatta, egli sente vivo l'anelito che lo esaltava e che gli brucia ancora dentro immenso come il suo sogno infranto dalla realtà, e perciò triste e infelice.
Così è la sorte sua e quella di tutti noi: sognare e inseguire la felicità e, una volta raggiunta la meta, l'attuarsi del sogno, sentire, l'amarezza della delusione, e l'accendersi di un nuovo e più grande desiderio.