Il crepuscolarismo

Pubblicato da: Daniela il 20/06/2016

Il crepuscolarismo è una corrente letteraria sviluppatasi in Italia all'inizio del XX secolo.

La metafora del crepuscolo voleva indicare una situazione di spegnimento, dove predominavano i toni tenui e smorzati, di quei poeti che non avevano emozioni particolari da cantare se non la vaga malinconia "di non aver nulla da dire e da fare". 

Il termine "crepuscolare" cominciò così ad essere usato dalla critica per delineare quel gruppo di poeti che, pur non costituendo una vera scuola, si trovavano concordi nelle scelte tematiche e linguistiche e che, soprattutto, rifiutavano qualsiasi forma di poesia eroica o sublime. 

Tale metafora sta ad indicare la fine di un'ideale parabola della poesia italiana, che si spegne in un «mite e lunghissimo crepuscolo» dopo il mattino (Dante Alighieri, Francesco Petrarca, Boccaccio), il mezzodì (Matteo Maria Boiardo, Ludovico Ariosto, Torquato Tasso), il primo meriggio (Carlo Goldoni, Giuseppe Parini, Vittorio Alfieri) e il vespro (Ugo Foscolo, Alessandro Manzoni, Giacomo Leopardi).

In particolare - anche se il rapporto non sarà mai di netta antitesi, quanto piuttosto di ricerca di nuovi orizzonti poetici, lontani dal chiassoso eroismo dannunziano - la lirica crepuscolare rifiuta la poetica dannunziana, superomistica e mitizzante, preferendo cantare, in forme dimesse e colloquiali, la stanca condizione umana, o la chiusura nel proprio silenzio personale. 

La novità dei crepuscolari sta sul piano metrico-stilistico: il rifiuto dell’estetismo poetico si traduce così in un tono dimesso e umile, che, per rappresentare una realtà prosaica e velata di tristezza malinconica, rinuncia a tutta la tradizione alta ed aulica. La crisi morale che i poeti crepuscolari avvertono e la negazione dei miti del Progresso e dello sviluppo si esplica in un lessico semplice e spesso minimale, in una sintassi per lo più piana e paratattica, in un verso che spesso si scioglie delle norme metriche della tradizione per avvicinarsi spesso al verso libero.

Temi: temi quotidiani e malinconici, gli oggetti polverosi e dimessi della sonnolenta vita di provincia.