Giuseppe Ungaretti: Il porto sepolto
Il porto sepolto (1916)
Raccolta di poesie scritte mentre il poeta combatte sul Carso.
A rafforzare il carattere autobiografico dei componimenti è il fatto che ogni poesia riporta fedelmente luogo e data in cui fu scritta.
Le condizioni estreme e ridotte all’elementarità di sentimenti e bisogni conducono Ungaretti alla ricerca di un’espressione poetica scarnificata ed essenziale, in cui la parola viene isolata e scavata, assumendo toni di estrema intensità emotiva. La linearità è spezzata da continui a capo, che spingono il lettore a trovare da sé quella continuità di senso che metrica e sintassi non assicurano più.
Queste sono soluzioni stilistiche originali e innovative che influenzeranno gli autori successivi.
Il titolo prende spunto da una leggenda egiziana che parla di un antico porto sepolto nei pressi di Alessandria. Il porto sprofondato è una metafora esistenziale di una meta irraggiungibile, un approdo sepolto sommerso dagli avvenimenti drammatici della storia; la meta nella vita dell’uomo contemporaneo che risulta ormai avvolta dal mistero, mistero che spetta al poeta svelare.
Il porto è anche quello di Alessandria, che per il poeta bambino significava il miraggio dell’Italia, luogo misterioso e affascinante, porto da cui arrivavano amici e parenti e da cui gli stessi ripartivano per il rientro in patria.