1956: la destalinizzazione e la crisi ungherese
Nel febbraio ’56, nel corso del XX congresso del Pcus, il leader sovietico Kruscev fece una clamorosa denuncia dei crimini di Stalin (rapporto Kruscev). Il processo di “destalinizzazione” avviato in Urss alimentò nei paesi dell’Europa dell’Est la speranza di un allentamento del controllo sovietico.
Diffusi movimenti di protesta si verificarono in Polonia (giugno-ottobre ’56) e in Ungheria (ottobre-novembre). Mentre le agitazioni polacche portarono a una cauta liberalizzazione, l’insurrezione ungherese fu stroncata dall’intervento dell’Armata Rossa.
Sul piano dei rapporti di forza, la rioccupazione dell’Ungheria, rappresentò una conferma del controllo sovietico sui paesi satelliti e dell’immutabilità dell’assetto europeo uscito dalla seconda guerra mondiale.