La nascita dell'URSS
Nel dicembre 1922 i congressi dei soviet delle singole repubbliche decisero di dar vita all’Unione delle repubbliche socialiste sovietiche (URSS).
La nuova costituzione dell’Urss fu approvata nel 1924 e affidava il potere supremo al Congresso dei soviet dell’Unione. Di fatto il potere reale era nelle mani del Partito comunista che era organizzato secondo criteri di rigido centralismo.
Lo sforzo di trasformazione del paese intrapreso dopo la rivoluzione d’ottobre non riguardò solo le strutture politiche ed economiche, l’obiettivo era un profondo cambiamento della società.
La chiesa ortodossa venne sensibilmente ridimensionata, venne riconosciuto il solo matrimonio civile, vennero semplificate le procedure di divorzio, nel 1920 venne legalizzato l’aborto, venne proclamata la parità dei sessi e la condizione dei figli illegittimi fu equiparata a quella dei legittimi, e, in generale il regime comunista favorì una notevole liberalizzazione dei costumi.
Risultati notevoli si ebbero sul piano dell’istruzione, che fu resa obbligatoria fino all’età di 15 anni.
Da Lenin a Stalin
Nel 1922 Stalin fu nominato segretario del Partito comunista dell’Urss, iniziando a sostituirsi a Lenin che era già malato. Lenin aveva sempre controllato saldamente il partito e impedito che i contrasti interni sfociassero in veri e propri scontri. Con l’ascesa di Stalin alla segreteria le cose cambiarono rapidamente.
Stalin si scontrò con Trotzkij che sosteneva che l’Unione Sovietica dovesse accelerare i suoi ritmi di industrializzazione e concentrare gli sforzi per favorire l’estendersi del processo rivoluzionario nell’Occidente capitalistico (tesi della rivoluzione permanente). Stalin sosteneva che, nei tempi brevi, la vittoria del socialismo in un solo paese era possibile e probabile, e che, svanite le illusioni di una possibile rivoluzione mondiale si dovesse puntare al consolidamento della Patria del socialismo attraverso la normalizzazione dei rapporti con gli altri paesi. L’atteggiamento delle altre potenze europee, nel ’24 e ’25, che decisero di riconoscere lo Stato sovietico, rafforzò le tesi di Stalin.
Nell’autunno del ’25 l’opposizione si pronunciò per l’interruzione della NEP che stava facendo rinascere il capitalismo nelle campagne. Ma Stalin appoggiava la prosecuzione della NEP e i leader dell’opposizione furono espulsi dal partito e Trotzkij espulso dall’Urss.
Cominciava una nuova fase: quella della continua crescita del potere personale di Stalin e del suo tentativo di portare l’Unione Sovietica alla condizione di grande potenza industriale e militare.