La situazione nei Balcani

Pubblicato da: Daniela il 19/06/2016

La rivoluzione dei Giovani Turchi che volevano trasformare l’Impero ottomano in una moderna monarchia costituzionale, nel tentativo di gestire le popolazioni europee ancora sotto l’Impero, cercarono di attuare un ordinamento amministrativo centralistico ed ottennero l’effetto di accentuare le spinte indipendentiste dei Balcani e di accelerare la dissoluzione di quanto restava della presenza turca in Europa.

Di questa crisi approfittò subito l’Austria che, nel 1908, procedette all’annessione della Bosnia e dell’Erzegovina.

Questa mossa inasprì la tensione con la Serbia e con la sua protettrice, la Russia, e favorì la radicalizzazione del nazionalismo sud-slavo e con l’indebolimento della Triplice Alleanza: l’Italia infatti subì a malincuore l’iniziativa austriaca. Il nodo balcanico riapparve nel 1911 quando l’Italia occupo la Tripolitania (parte della Libia) che provocò una guerra con la Turchia che subì l’ennesima sconfitta.

La sconfitta della Turchia, spinse Serbia, Montenegro, Grecia e Bulgaria a costituire una coalizione che mosse guerra all’Impero ottomano che in pochi mesi perse quanto gli rimaneva ancora in Europa.

Nasceva, inoltre, sulle coste dell’Adriatico un nuovo piccolo stato, il principato di Albania, voluto dall’Austria e dall’Italia per impedire alla Serbia lo sbocco sul mare.

Austria e Germania persero il loro migliore alleato, l’Impero turco, che fu estromesso dall’Europa. Inoltre, la Serbia, vera spina nel fianco della monarchia austro-ungarica, si era notevolmente rafforzata.

L’Austria intanto maturava la tentazione di liquidare una volta per tutte i conti con la Serbia.