Il biennio rosso

Pubblicato da: Daniela il 20/06/2016

Il dissesto economico europeo

Tutte le potenze europee uscirono dal conflitto con un grave dissesto finanziario.

Al contrario della piena libertà degli scambi auspicata nel programma di Wilson, si ebbe una ripresa di nazionalismo economico e di protezionismo doganale soprattutto dei nuovi Stati che volevano sviluppare una propria industria.

Il biennio rosso

Tra la fine del ’18 e la metà del ’20 il movimento operaio europeo fu protagonista di un’impetuosa avanzata politica che assunse a tratti l’aspetto di una grande ventata rivoluzionaria.

Ovunque si formarono consigli operai che sull’esempio dei soviet russi si proponevano come rappresentanze dirette del proletariato e come organi di governo della futura società socialista.

L’ondata rossa del ’19-’20 di manifesto nei singoli paesi in forme diverse:

-In Francia e Gran Bretagna le classi dirigenti riuscirono a contenere senza eccessive difficoltà la pressione del movimento operaio;

-Germania, Austria e Ungheria furono teatro di veri e propri tentativi rivoluzionari;

-In Italia la movimentazione socialista, disorganizzata e inconcludente, favorì successivamente l’affermarsi del fascismo.

La controffensiva conservatrice

La scissione dei socialisti, avvenuta già nel ’19 con la costituzione del Comintern, aveva lo scopo di preparare l’imminente rivoluzione europea, ma sostanzialmente non fece altro che indebolire il movimento e aprire il varco alla controffensiva conservatrice.