1917: La svolta del conflitto
In Russia, all’inizio di marzo, uno sciopero generale degli operai di Pietrogrado (nuovo nome assunto dalla capitale dopo l’estate ’14), si trasformò in un’imponente manifestazione politica contro il regime zarista. Quando i soldati rifiutarono di sparare sulla folla per riportare l’ordine, la sorte della monarchia fu segnata: lo zar abdicò il 15 marzo e pochi giorni dopo venne arrestato con l’intera famiglia reale. Si metteva così in moto un processo che avrebbe portato in breve tempo al collasso militare della Russia.
Circa un mese dopo, gli Stati Uniti decidevano di entrare in guerra contro la Germania che aveva avviato una guerra sottomarina indiscriminata colpendo anche navi mercantili di paesi neutrali che portavano rifornimenti verso i porti dell’Intesa. L’intervento americano fu decisivo sia sul piano militare che economico e sopperì alla perdita della Russia da parte dell’Intesa.
Dal crollo del regime zarista la Russia smise di fornire qualsiasi apprezzabile contributo militare agli alleati. I tedeschi penetrarono in profondità nel territorio dell’ex Impero zarista e una volta raggiunti gli obiettivi poterono trasferire le truppe sul fronte occidentale. Per le potenze dell’Intesa i mesi tra la primavera e l’autunno del ’17 furono i più difficili dall’inizio del conflitto.
Tra le truppe di entrambi i fronti erano comunque frequenti ammutinamenti dei militari, scioperi e manifestazioni.