I problemi del dopoguerra
Grande fermento della classe operaia tornata alla libertà sindacale infiammata dal mito della rivoluzione russa e grave dissesto finanziario.
In questo clima la classe dirigente liberale si trovò sempre più contestata ed isolata. Incapace di tener testa alla situazione perse l’egemonia indiscussa di cui aveva goduto fino ad allora e vennero favorite le forze cattoliche e socialiste estranee alla tradizione liberale e non compromesse dalle responsabilità della guerra.
I cattolici portarono il primo importante fattore di novità, abbandonando la linea astensionistica, formando il Partito popolare italiano (Ppi) di Don Luigi Sturzo. Tale partito si presentava con un programma democratico definendosi aconfessionale, pur ispirandosi apertamente alla dottrina cattolica. Il clero abbandonò l’astensionismo per opporre un argine alla minaccia socialista.
L’altra grande novità fu l’impetuosa crescita del Partito socialista, con prevalenza della corrente di sinistra, ora chiamata massimalista, su quella riformista. Il loro obiettivo era quello di instaurare una repubblica socialista fondata sulla dittatura del proletariato. Erano ammiratori della rivoluzione bolscevica, ma non facevano nulla per preparare una rivoluzione, aspettavano che accadesse. Leader dei massimalisti: Giacinto Menotti Serrati.
Si formarono nel Psi gruppi di estrema sinistra che si battevano per un più coerente impegno rivoluzionario (Bordiga, Antonio Gramsci).
Questo schieramento a favore della rivoluzione e della dittatura del proletariato, precluse al Psi ogni possibilità di collaborazione con le forze democratiche borghesi e il loro rifiuto di ogni logica nazionale si mise in contrapposizione ai numerosi gruppi nazionalisti che si erano formati con lo scopo di difendere i valori della vittoria.
Fra questi movimenti faceva spicco quello fondato a marzo del 1919 da Benito Mussolini col nome di Fasci di combattimento. Il nuovo movimento si schierava a sinistra, chiedeva riforme sociali, era favorevole alla repubblica, ma ostentava un acceso nazionalismo e avversione nei confronti dei socialisti. Si caratterizzano per la politica violenta ed aggressiva, volta all’azione.