L'Italia: la caduta del fascismo e l'armistizio
La campagna d’Italia ebbe inizio il 12 giugno 1943 con la conquista alleata dell’isola di Pantelleria e successivamente con lo sbarco in Sicilia. La popolazione non oppose alcuna resistenza e spesso accolse gli alleati come liberatori.
La crisi del fascismo e gli scioperi del marzo ’43
Lo sbarco anglo-americano rappresentò il colpo di grazia per il regime fascista che, screditato da un’incredibile serie di insuccessi militari, vedeva già da tempo il moltiplicarsi al suo interno i segni di malcontento e di crisi. Un sintomo allarmante era venuto nel marzo ’43 dai grandi scioperi operai che partendo da Torino avevano interessato tutti i maggiori centri industriali del Nord.
La congiura monarchica e il 25 luglio
Nella notte tra il 24 e il 25 luglio 1943 si tenne la riunione del Gran consiglio del fascismo. Si concluse con l’approvazione a forte maggioranza di un ordine del giorno presentato da Dino Grandi, che invitava il re a riassumere le sue funzioni di comandante supremo delle forze armate e suonava quindi come esplicita sfiducia nei confronti del duce. Il 25 luglio Mussolini venne arrestato. L’ex comandante delle forze armate, il maresciallo Pietro Badoglio, venne nominato capo del governo.
La guerra continua
Il governo Badoglio proclamò che nulla sarebbe cambiato nell’impegno bellico italiano, ma intanto allacciò trattative segretissime con gli alleati per giungere a una pace separata.
L’armistizio
Con gli anglo-americani, legati dall’impegno della resa incondizionata, c’era però ben poco da trattare. I negoziatori italiani sottoscrissero un atto di resa senza nessuna garanzia per il futuro. L’armistizio fu firmato il 3 settembre a Cassibile , in Sicilia, e reso noto solo l’8 settembre.
Il governo si trasferiva a Brindisi sotto la protezione degli alleati, mentre i tedeschi procedevano con l’occupazione di tutta la parte centro-settentrionale d’Italia.
La tragedia delle forza armate
Abbandonate a se stesse le forze armate opposero una resistenza disorganizzata. Roma fu difesa da alcuni reparti isolati a cui si unirono gruppi civili armati (gli scontri di Porta San Paolo furono il primo episodio della Resistenza Italiana).
L’arresto dell’offensiva alleata
Le conseguenze del disastro dell’8 settembre si ripercossero anche sull’andamento della campagna d’Italia.
I tedeschi si attestarono su una linea difensiva (linea Gustav) che andava da Pescara a Gaeta, bloccando l’offensiva alleata fino alla primavera dell’anno successivo.
L’Italia diventava così campo di battaglia per eserciti stranieri.