La sconfitta del Giappone e la bomba atomica
L’offensiva americana nel Pacifico
A partire dal ’43 agli Stati Uniti avevano iniziato una lenta riconquista delle posizioni perdute nel Pacifico. Nell’estate ’45 gli alleati, liberi da impegni bellici in Europa, erano pronti a portare l’attacco nel territorio nemico. Il Giappone rifiutava di arrendersi.
La bomba atomica
Fu a questo punto che il nuovo presidente americano Harry Truman (Roosevelt era morto il 12 aprile 1945) decise di impiegare contro il Giappone la nuova arma “totale”, la bomba a fissione nucleare o bomba atomica che era appena stata messa a punto da un gruppo di scienziati.
La decisione di Truman serviva innanzitutto per metter fine velocemente a una guerra che si annunciava ancora lunga e sanguinosa, ma aveva anche lo scopo di offrire al mondo (e soprattutto agli alleati-rivali sovietici) la dimostrazione della potenza militare americana.
Il 6 agosto 1945 un bombardiere americano sganciava la prima bomba atomica sulla città di Hiroshima. Tre giorni dopo l’operazione era ripetuta a Nagasaki.
Il 5 agosto, dopo che l’Urss aveva anch’essa dichiarato guerra al Giappone, l’imperatore Hirohito offrì agli alleati la resa senza condizioni.
Con la firma dell’armistizio, il 2 settembre 1945, si concludeva così il secondo conflitto mondiale.