La guerra civile (1918-1921)
Le potenze dell’Intesa, ancora duramente coinvolte in guerra, videro il trattato di Brest-Litovsk come un tradimento e, preoccupate anche per un’eventuale diffusione della rivoluzione bolscevica, appoggiarono le forze antibolsceviche inviando contingenti stranieri che rafforzarono le Armate Bianche, che comprendevano ex ufficiali zaristi, alcuni contadini e monarchici.
Nel luglio del 1918, inoltre, la famiglia imperiale dei Romanov venne sterminata brutalmente, generando un senso di indignazione per la brutalità dell’esecuzione.
Intanto il regime rivoluzionario accentuava i suoi tratti autoritari con la creazione di una polizia politica la Ceka, un Tribunale rivoluzionario centrale e la reintroduzione, nel giugno 1918, della pena di morte, che era stata abolita dopo la rivoluzione di ottobre; arresti arbitrari ed esecuzioni sommarie di “nemici di classe” entrarono nella realtà quotidiana del nuovo regime.
Già dal febbraio ’18 si era proceduto alla riorganizzazione dell’esercito che prese il nome di Armata Rossa con a capo Trotzkij.
Tra i due schieramenti vi era l’Armata Verde, composta prevalentemente da anarchici, nazionalisti, apolitici, che nel contesto della guerra civile prese le parti di una o dell’altra Armata a seconda del periodo.
Nel 1920, quando le Armate Bianche erano praticamente ormai sconfitte ci fu un attacco della Repubblica di Polonia che si risolse nel marzo 1921 con la Polonia che incorporò ampie zone della Bielorussia e dell’Ucraina.