La Germania

Pubblicato da: Daniela il 20/06/2016

La Germania e il Partito nazionalsocialista come minoranza estremista

Prima della grande crisi il partito nazionalsocialista era un partito minoritario, con un programma estremista e guerrafondaio basato sulla superiorità della razza ariana, l’antisemitismo radicale verso un popolo senza patria considerato portatore del virus della dissoluzione morale, e sulla denuncia delle imposizioni del trattato di Versailles.

La svolta del Partito nazionalsocialista

Con la crisi del ’29, la maggioranza dei tedeschi, ridotti alla fame per la terza volta in dieci anni, perse ogni fiducia nella Repubblica e nei partiti che in essa si identificavano.

Ai concittadini provati dalla crisi Hitler offriva non solo la prospettiva di una riconquista di un primato della nazione tedesca e la rassicurante indicazione di capri espiatori cui addossare le disgrazie del paese, ma anche l’immagine tangibile di una forza politica in grado di ristabilire l’ordine contro traditori e nemici interni.

L’ascesa del nazismo

L’agonia della Repubblica di Weimar cominciò nel settembre 1930, quando furono indette nuove elezioni. I partiti fedeli alla Repubblica persero la maggioranza e i nazisti ebbero uno spettacolare incremento di voti.

Nel 1932 la crisi raggiunse il suo apice e nel frattempo i nazisti accrescevano ulteriormente le loro fila.

Con l’ultima convocazione alle elezioni nel novembre 1932 ormai risultava chiaro che sarebbe stato impossibile governare con un maggioranza senza tener conto dei nazisti che ormai si erano affermati come primo partito tedesco.

Il 30 gennaio 1933 Hitler fu convocato dal presidente della Repubblica e accettò di capeggiare un governo in cui i nazisti avevano solo tre ministeri su undici e in cui erano rappresentate tutte le più importanti componenti della destra. I conservatori credettero di poter sfruttare Hitler solo per un’operazione di pura marca conservatrice, ma ben presto si sarebbero resi conto di aver commesso un grosso errore.

Il Terzo Reich

In pochi mesi Hitler raggiunse una dittatura monopartitica. Mirava inoltre all’abolizione del parlamento, che lo assecondò e approvò una legge suicida che conferiva al governo pieni poteri.

Hitler aveva ancora due ostacoli: da una parte le SA, l’organizzazione armata di cui si era servito Hitler fino al ’29, che rimanevano l’ala estremista e rivoluzionaria del nazismo e dell’altra la vecchia destra del presidente maresciallo Hindenburg che chiedevano a Hitler di frenare i fermenti estremisti.

Hitler, che temeva anche lui l’autonomia delle SA, aveva già provveduto a formare una sua milizia personale le SS (squadre di difesa) e nella notte del 30 giugno 1934 risolse il problema drasticamente facendo assassinare dalle SS tutto lo stato maggiore delle SA.

Nell’agosto ’34 Hindenburg morì e Hitler assunse contemporaneamente le cariche di cancelliere e capo dello Stato. Sparirono le ultime tracce del sistema repubblicano e nasceva il Terzo Reich.

Dalla discriminazione alla persecuzione degli ebrei

La propaganda nazista aveva alimentato sentimenti di ostilità nei confronti degli ebrei tedeschi per i loro presunti privilegi economici e per la diversità di etnia e religione.

La discriminazione fu sancita nel settembre 1935 dalle cosiddette leggi di Norimberga che tolsero agli ebrei la parità dei diritti e proibirono i matrimoni fra ebrei e non ebrei. La situazione continuò a peggiorare fino alla fine del ’38 con la notte dei cristalli, dove molte vetrine appartenenti a ebrei furono infrante da una folla di dimostranti, per finire con la “soluzione finale” del problema adottata da Hitler durante la guerra: la deportazione e lo sterminio di massa.

L’opposizione inesistente e i consensi al nazismo.

La quasi inesistente opposizione al nazismo trova spiegazione nell’efficiente apparato repressivo e terroristico: la Gestapo, le SS, i lager. I consensi ottenuti invece, furono alimentati dalla ripresa economica, dalla capacità di imporre formule e miti capaci di toccare le corde profonde dell’anima popolare e dell’abilità del Fuhrer di servirsi di tutti gli strumenti disponibili nell’età delle comunicazioni di massa.

I primi successi di Hitler

Come internamente Hitler non trovò grandi opposizioni, anche nell’ambito europeo gli fu lasciato spazio di azione. Francia e Inghilterra adottarono una politica timida e assecondante, pur di scongiurare un nuovo conflitto.

Il primo successo clamoroso di Hitler fu nel marzo del ’38 l’annessione dell’Austria al Reich tedesco (dopo il primo tentativo del ’34 fallito a seguito dell’intervento di Mussolini).

Subito dopo si occupò dei sudeti, ossia i tre milioni e mezzo di tedeschi che vivevano entro i confini della Cecoslovacchia.

Le forze europee si riunirono a Monaco di Baviera nel 1938 nel tentativo di salvaguardare la pace, e venne accettato un accordo che prevedeva l’annessione al Reich dell’intero territorio dei Sudeti.

Chamberlain (primo ministro inglese), Daladier (francese) e Mussolini furono accolti al rientro in patria come salvatori della pace. Il commento più appropriato agli accordi di Monaco venne da Winston Churchill (oppositore della politica di appeasement “ammansire” di Chamberlain): “Potevano scegliere fra il disonore e la guerra. Hanno scelto il disonore e avranno la guerra”.