Le origini
La falsa pace degli accordi di Monaco e le mire della Germania
Le democrazie occidentali si erano illuse, a Monaco, di aver placato la Germania con la cessione dei Sudeti.
In realtà, già dall’accordo di Monaco, Hitler aveva pronti i piani per l’occupazione della Boemia e della Moravia (parte più popolosa della Cecoslovacchia).
L’operazione scattò nel marzo 1939. La Slovacchia si proclamava indipendente con l’appoggio dei tedeschi e Hitler dava vita al protettorato di Boemia e Moravia, facente parte integrante del Grande Reich.
L’accantonamento della politica di appeasement di Chamberlain
Fra il marzo e il maggio 1939, a seguito della distruzione dello Stato cecoslovacco, venne accantonata la politica dell’appeasement. Gran Bretagna e Francia iniziarono a creare un rete di alleanze volta a contenere l’aggressività delle potenze dell’Asse. Patti di alleanza militare furono stipulati con Belgio, Olanda, Grecia, Romania, Turchia e soprattutto Polonia, che si sapeva essere il primo obiettivo delle mire espansive tedesche (Hitler aveva rivendicato il possesso di Danzica e il diritto al passaggio attraverso il corridoio che univa la città al territorio polacco).
L’alleanza fra Inghilterra, Francia e Polonia costituiva la risposta alle minacce di Hitler, e significava che le potenze occidentali erano disposte ad affrontare anche la guerra pur di impedire che la Polonia subisse la sorte della Cecoslovacchia.
L’occupazione italiana dell’Albania
Il radicalizzarsi della contrapposizione tra la Germania e gli anglo-francesi tolse ogni residuo spazio di manovra all’Italia. Mussolini decise di contrapporre alle iniziative di Hitler una propria iniziativa unilaterale: l’occupazione (aprile 1939) del piccolo Regno di Albania, considerato una base per una possibile penetrazione nei Balcani. L’operazione ebbe il solo risultato di accrescere la tensione fra Italia e democrazie occidentali.
Il patto d’acciaio
Nel maggio 1939 Mussolini accettò le pressanti richieste della Germania di trasformare il generico vincolo dell’Asse Roma-Berlino in una vera e propria alleanza militare, che prese il nome di patto d’acciaio.
Il patto stabiliva che se una delle due parti si fosse trovata impegnata in un conflitto per una causa qualsiasi, l’altra sarebbe stata obbligata a scendere in campo al suo fianco.
L’Italia non era preparata militarmente per un eventuale conflitto europeo, ma le rassicurazioni verbali di Hitler circa la sua intenzione di non scatenare una guerra nel breve periodo, fecero sì che Mussolini e Ciano accettarono sconsideratamente un impegno così grave.
In realtà, nello stesso periodo, Hitler stava già pianificando l’invasione della Polonia.
La diffidenza tra Urss e democrazie occidentali
Un’adesione sovietica alla coalizione antitedesca avrebbe probabilmente bloccato i piani di Hitler. Ma le trattative tra Urss e democrazie occidentali erano minate da reciproca diffidenza: gli occidentali attribuivano ai sovietici ambizioni egemoniche sull’Est Europa, mentre i sovietici sospettavano che gli occidentali mirassero a scaricare su di loro l’aggressività della Germania, inoltre la Polonia temeva la presenza militare sovietica sul proprio territorio in caso di aggressione tedesca.
I sovietici si convinsero che gli occidentali non avessero intenzione di offrire nulla in cambio del loro aiuto e cominciarono a prestare maggiore attenzione alle offerte di intesa che stavano intanto giungendo da parte di Hitler.
Il patto Ribbentrop-Molotov
Il 23 agosto 1939 i ministri degli Esteri tedesco e sovietico, Ribbentrop e Molotov, firmavano a Mosca un patto di non aggressione fra i due paesi. Questo accordo fra regimi ideologicamente contrapposti rappresentò un grande colpo di scena. Di fatto fu un gesto di spregiudicato realismo: l’Urss allontanava momentaneamente la minaccia tedesca dai suoi confini e otteneva, mediante un protocollo segreto, un riconoscimento delle sua aspirazioni territoriali nei confronti dei Stati Baltici, della Romania e della Polonia (di cui si prevedeva la spartizione); d’altra parte Hitler era costretto a rinviare lo scontro col nemico storico, ma poteva risolvere la questione polacca senza correre il rischio della guerra su due fronti.
Lo scoppio del conflitto
Il 1° settembre 1939 le truppe tedesche attaccavano la Polonia e subito dopo Gran Bretagna e Francia dichiaravano guerra alla Germania, mentre l’Italia si affrettò a proclamare la sua non belligeranza.