La situazione in Germania

Pubblicato da: Daniela il 20/06/2016

Il Consiglio dei commissari del popolo

Già dalla firma dell’armistizio (11 novembre 1918) la Germania si trovava in una situazione tipicamente rivoluzionaria. Il governo legale era esercitato da un Consiglio dei commissari del popolo, composto da socialisti e presieduto da Ebert, ma nelle città i veri padroni della situazione erano i consigli degli operai e dei soldati.

La rivolta spartachista e la Repubblica dei Consigli

I socialdemocratici della Spd, organizzati ed efficienti, erano contrari a una rivoluzione di tipo sovietico e favorevoli a una democratizzazione del sistema politico entro il quadro delle istituzioni parlamentari. Inevitabile fu lo scontro con i rivoluzionari della Lega di Spartaco (nucleo originario del Partito comunista tedesco – Rosa Luxemburg). All’inizio del 1919 gli spartachisti cercarono di incitare i lavoratori a rovesciare il governo.

La rivolta venne repressa nel sangue dai Freikorps (ossia corpi franchi, formate da soldati smobilitati e inquadrate da ufficiali di orientamento nazionalista e conservatore). Nel marzo 1919, in Baviera, i comunisti avevano proclamato una Repubblica dei consigli, stroncata anch’essa dai Freikorps poco dopo.

La Repubblica di Weimar

A gennaio intanto si erano tenute le elezioni per l’Assemblea costituente. I socialdemocratici, non riuscendo a raggiungere la maggioranza assoluta si coalizzarono con cattolici e democratici. Ebert fu eletto alla presidenza della Repubblica di Weimar e nell’agosto ’19 fu varata la Costituzione. Nelle elezioni del 1920 la Spd subì una secca sconfitta e dovette cedere la guida del Governo ai cattolici del Centro.

La crisi della Repubblica di Weimar

Ad indebolire la Repubblica vi era l’indissolubile associazione con la sconfitta e l’umiliazione di Versailles. Nel 1921, dopo la stima delle indennità di guerra a carico della Germania, ci fu un’ondata di proteste.  Ci fu una vera e propria offensiva terroristica contro la classe dirigente repubblicana da parte dei gruppi di estrema destra nazionalista (tra cui anche il Partito nazionalsocialista di Adolf Hitler).

La Germania pagò le prime rate, ma nel ’23, Francia e Belgio, col pretesto di alcune mancate corresponsioni occuparono il bacino della Ruhr, che rappresentò per la Germania il definitivo tracollo finanziario. 

La ripresa della Germania e il piano Dawes (1924)

Nell’agosto del ’23 un governo di coalizione presieduto da Stresemann cercò di avviare la ripresa tedesca attraverso accordi con le potenze vincitrici.

Nel novembre ’23, a Monaco, Hitler cercò di organizzare un’insurrezione contro il governo centrale, ma la rivolta fu repressa e Hitler condannato a cinque anni di carcere (in cui scriverà “La mia battaglia”).

L’avvio della ripresa fu possibile grazie agli accordi con le potenze vincitrici e principalmente al piano Dawes con sovvenzioni statunitensi.

La Germania tornò ad essere un potenza industriale.

La distensione dei rapporti franco-tedeschi

Ci fu una distensione dei rapporti internazionali. Il risultato più importante dell’impresa franco-tedesca fu rappresentato dagli accordi di Locarno nell’ottobre 1925 che consistevano nel riconoscimento da parte di Germania, Francia e Belgio delle frontiere tracciate a Versailles e nell’impegno di Gran Bretagna e Italia a farsi garanti contro eventuali violazioni. La Germania accettava la perdita dell’Alsazia-Lorena, ma evitava di prendere impegni analoghi per quanto riguardava le sue frontiere orientali.

Il piano Young (1929)

Nel giugno 1929 un nuovo piano elaborato da un finanziere americano Owen D. Young ridusse ulteriormente l’entità delle riparazioni tedesche e ne graduò il pagamento in sessant’anni.