1915-16: La grande strage
Nel 1915-16 la guerra sui fronti francese e italiano si risolse in una immane carneficina senza che nessuno dei due schieramenti riuscisse a conseguire risultati significativi. In particolare le battaglie di Verdun e della Somme, due dei più spaventosi massacri della storia militare, provocarono un milione e mezzo di morti. Alterne furono le vicende sul fronte orientale dove gli Imperi centrali ottenere alcuni importanti successi (annientarono la Serbia e la Romania che era intervenuta).
La guerra nelle trincee
Sul piano tecnico la trincea fu la vera protagonista del conflitto: la vita monotona che vi si svolgeva era interrotta solo da grandi e sanguinose offensive, prive di risultati decisivi. Da ciò, soprattutto nei soldati semplici, scaturì uno stato d’animo di rassegnazione e apatia che a volte sfociava in forme di insubordinazione.
La mobilitazione totale e il fronte interno
La guerra coinvolse direttamente anche i civili -il caso limite fu lo sterminio degli armeni- e trasformò profondamente la stessa vita delle popolazione dei paesi in conflitto. In campo economico si dilatò enormemente l’intervento statale, teso a garantire le risorse necessarie allo sforzo bellico. Il potere dei governi fu largamente condizionato da quello dei militari e, in genere, tutta la società fu soggetta a un processo di militarizzazione. Con protrarsi del conflitto si rafforzò l’opposizione dei gruppi socialisti rivoluzionari, come gli spartachisti tedeschi e i bolscevichi russi.